Testimonianze

Caro fra Daniele, a te un mondo di auguri; che la Vergine SS.ma ti ottenga da Gesù Bambino di essere sempre più perfetto imitatore delle virtù del Padre e di salire sempre più nella scala della perfezione per vivere ininterrottamente nei cuori adorabili di Gesù e Maria; e poi trascina pure me, perché da solo non sono capace di camminare. Riuniti in santa letizia ti ricordiamo e viviamo le ore trascorse con te. Tienici sempre presenti nelle tue preghiere anche se non le meritiamo…La Mamma Celeste ci faccia amare la Croce onde meritare la Corona che ci tiene preparata!

Padre Pio delle Piane - Servo di Dio

Fu nel 1963 che udii parlare per la prima volta di fra Daniele. Passarono diversi anni prima che io avessi l'opportunità di incontrarlo, abitavo allora in Tunisia e la cosa non era di facile attuazione. Durante questo periodo i nostri contatti furono per lo più epistolari, però, tramite la preghiera fra Daniele si è sempre mostrato a noi vicino, come apparirà chiaramente dalla testimonianza di questo scritto. A quanti mi chiedevano allora chi fosse fra Daniele, non sapevo mai dare una risposta esau¬riente. Non sapevo come definire quest' umile frate incontrato un giorno sul cammino che mi portava da Padre Pio. Temevo forse di esprimere un giudizio che non mi apparteneva. Nel giugno del 1994, mentre fra Daniele era giunto al suo ultimo mese di vita terrena, di ritorno dal pellegrinaggio del nostro gruppo di preghiera a San Giovanni Rotondo, chiesi al nostro parroco, Don Remo, che ne aveva fatto parte: "Padre, adesso che ha avuto agio di incon¬trare ed ascoltare fra Daniele, qual’ è il suo pen¬siero su di lui?". "È certamente un uomo di Dio" mi disse dopo un attimo di riflessione.

Giuseppe Gigante

Tra i confratelli e i figli spirituali del Beato Padre Pio che hanno varcato il muro d'ombra per le plaghe della luce, fra Daniele Natale da San Giovanni Rotondo è colui che ha lasciato il profumo di santità più intenso e ricercato. La sua vocazione, sbocciata come fiore di campo tra cardi di arsura, si è tradotta in un apostolato dell'umile che fa comunicare Gesù, la Madonna ed il Beato Padre Pio con i potenti e la gente minuta armonizzati nella ritrovata purezza di cuore. Un apostolato itinerante, effettuato con discrezione ed efficacia giorno dopo giorno per strada, nelle case, al capezzale degli ammalati o negli ambienti di lavoro, tra le creature disanimate dalla solitudine e inebetite da un dolore ritenuto assurdo e privo di senso. Fra Daniele parlava con l'appassionata semplicità del fanciullo che ha appena scoperto un giardino meraviglioso e lo vuole rendere accessibile a tutti. Il prossimo accorreva al suo apparire, gli si affollava intorno ed egli sommoveva un coro di preghiera che tutti rapiva in quel meraviglioso giardino della gioia senza tempo. Il suo volto, bruciato dal malessere persistente, si rigenerava in una epifania di Luce, i suoi occhi, arrossati dalla febbre e dal dolore, tornavano freschi d'infanzia e riproducevano l'immagine del Cristo e del suo sublime imitatore, il Beato Padre Pio. Fra Daniele ha espresso la sua straordinaria ricchezza spirituale col pennello e con parole semplici, ma soprattutto con una miriade di esempi edificanti, con insegnamenti che la realtà contingente di volta in volta gli dettava. Il tutto è stampato nel cuore e nella memoria di chi l'ha conosciuto. Raccogliere le pagliuzze d'oro del suo apostolato è compito di ogni buon cristiano che vuole riperpetuare nelle generazioni la voce degli uomini del Signore. Sarà riconosciuto il santo della gaia semplicità che si conquista attraverso la completa accettazione della sofferenza e di ogni incombenza terrestre. Fra Daniele, servo di tutti, perché servo di Dio.

Giovanni Scarale

A FRA DANIELE Ero al buio, ai piedi della Croce, e sei venuto a me; ti ho guardato, rapito, con il sorriso della speranza ed ho implorato il tuo aiuto, giovane portinaio dell'oltretomba dei Buoni e dei Santi. Spalanchi l’armato suggello con volto serioso, in una cornice di chioma e volto scuri, ma rechi la Luce a chi soffre, in lacrime, con sguardo paterno. Possiedi, tu burbero custode del divino portone, la chiave del Paterno Amore e maneggi il chiavistello dei miracoli che Padre Pio ha voluto per te. Conosci le note dell'umano dolore vergate sul pentagramma dell' Infinito che hai dipinto con la semplicità dell'uomo di Dio.

Vincenzo Orfeo
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