La grandine

La grandine

Il 18 settembre 1983 fra Daniele è a Rimini, per il raduno diocesano dei «Gruppi di preghiera» di Padre Pio, assieme a padre Pietro Tartaglia, alunno di Padre Pio e, a quel tempo, Superiore Provinciale della «Monastica Provincia di Sant’Angelo – Foggia», a cui appartiene il convento di San Giovanni Rotondo. Il tema dell’incontro verte sulla preghiera; dopo che ebbero parlato Don Elio e padre Pietro, fu invitato a prendere la parola anche fra Daniele che, per aver dimorato alcuni anni nello stesso convento di Padre Pio, è stato testimone di tanti prodigi ottenuti con la preghiera. Gli fu domandato di raccontare qualche episodio particolare di Padre Pio. Dopo avere accennato qualcosa circa le caratteristiche della preghiera, diceva inoltre: «La preghiera è intima fusione con Dio; è comunione con i santi e con i fratelli che sono in mezzo a noi».

Lasciamo che sia fra Daniele stesso a parlarci di una sua esperienza:

«Quando sono invitato a parlare di Padre Pio, cerco d’essere concreto al massimo: dire ciò che sentivo raccontare da lui, e fatti avvenuti alla mia persona, e d’avvenimenti ce ne sono tanti; uno di cui sono stato testimone è questo che vi voglio raccontare. Era il 23 settembre 1955, passeggiavo assieme a Padre Pio nel corridoio del convento che porta al coro; arrivati alla finestra che si apre sul sagrato della Chiesa, il Padre saluta, col fazzoletto che gli avevo dato, i pellegrini che affollano il piazzale. Noto che il cielo, verso Monte Sant’Angelo, si era fatto cupo e stava per avvicinarsi un forte temporale;

ero preoccupato perché, proprio verso quella direzione, vi era la campagna di mio padre e dissi: “Padre, guardi che tempo brutto, se arriva un temporale addio raccolta dell’uva!… . Tutto il lavoro di Tatà se ne va in fumo”. Il Padre s’interessa del luogo ove si trova precisamente la campagna ed il vigneto e, senza chiedere altro, traccia quasi con indifferenza, un segno di croce. Accompagno Padre Pio nella sua stanza e, prima di lasciarlo dico: “Padre, scendo in paese per salutare i miei”. Il Padre risponde: “Porta i miei saluti alla mamma, a Tatà, e di’ che li ricordo sempre e mando a tutti la mia benedizione. Una benedizione particolare alla vigna”. Un po’ sorpreso dico: “Padre, avete detto alla vigna?”. Ribadisce: “Certo, ho detto alla vigna. Una benedizione particolare alla vigna!”. Quando Padre Pio mi disse queste parole erano circa le ore 12,45. M’incammino verso San Giovanni Rotondo e, lungo la strada recito il S. Rosario,ma non riesco a concentrarmi; nella mia mente ci sono sempre le parole del Padre: “Una benedizione particolare alla vigna!”. Non riesco a trovare una ragione logica: cosa volessero significare quelle parole del Padre?

Arrivo a casa, saluto la mamma e dico: “Ma’ (mamma), tanti saluti da Padre Pio: manda la sua benedizione a te, a Tatà e a tutti”. Risponde: “Eh,…povero Tatà, sì e no potrò vederlo sabato; di giorno lavora e non può venire, di notte guarda la vigna dagli animali che potrebbero rovinarla perché l’uva è ormai matura e pronta per la vendemmia… . Speriamo che torni sabato”. Mi ricordo quello che aveva detto Padre Pio e dico: “Ma’, Padre Pio ha detto che manda pure una benedizione particolare per la vigna. Cosa voleva dire?”. Mi risponde: “Figlio mio, se non lo capisci tu che sei frate, cosa posso dirti io?”.

Avendo un po’ di tempo a disposizione vado a salutare alcuni parenti e degli ammalati poi torno a casa per riprendere la borsa e rientrare in convento. Nello stesso tempo arriva mio padre dalla campagna, sembra stralunato, tanto che mamma si preoccupa e chiede: “Ma che hai?… . Che è successo?… . Come mai sei venuto oggi?”. Mio padre non risponde; quando s’accorge che ero presente anch’io mi chiama in disparte e dice: “Senti un po’, ti devo dire un fatto che mi ha molto impressionato: erano le quattro e mezzo, arriva un temporale da far paura, con una grandinata mai vista in vita mia. In terra vi era più di un palmo di grandine, sembrava una nevicata, come in pieno inverno. Esco di casa e mi avvio verso la vigna per vedere s’era rimasto qualcosa. Passando dinanzi ad alcuni vigneti, situati prima del nostro, guardo, con un nodo alla gola, il disastro: poveri vigneti completamente distrutti! Sono rimasti solo i sarmenti senza pampini e i grappoli senza acini d’uva”. Mamma, che stava ascoltando il dialogo dietro la porta, a questo punto interviene dicendo: “Cosicché abbiamo già vendemmiato!”. Mio padre risponde: “Giacché stai ascoltando! vieni pure tu”, e continua: “Quello che mi ha impresissionato è ciò che ho visto entrando nella nostra vigna! La vigna del compare Vincenzo è tutta distrutta, così pure quella di Grisetti, che è al di sopra della nostra, come quella di Francescuzzo che è al di sotto. Solo la nostra, che si trova nel mezzo, si è salvata! La grandine non l’ha neppure sfiorata; non vi è caduto un chicco, neppure di rimbalzo”.

Dopo avere ascoltato dico: “Ma’, cosa ti ho detto quando sono venuto?”. Lei: “Che Padre Pio mandava una benedizione particolare alla vigna, ora sappiamo cosa voleva dire!”. Tatà, ne l’apprendere questo, dice: “Figlio mio, ho pensato a Padre Pio, quand’ero nel vigneto. Abbiamo un grande sacerdote e non lo sappiamo apprezzare”. Saluto i miei genitori e loro mi raccomandano di salutare Padre Pio e di ringraziarlo. Arrivato in convento mi reco direttamente dal Padre e, vedendo la porta della sua stanza socchiusa, busso e chiedo: “Permesso?”. Mi risponde: “Avanti”.

Ed io: “Padre, Tatà e mamma la ringraziano per la benedizione alla vigna”; e racconto quello che era avvenuto. Padre Pio: “Vedi, figlio mio, come ci vuole bene il Signore”.

Era il mese di novembre dello stesso anno; i miei avevano travasato il vino e mamma, prendendo il fior fiore, aveva preparato alcune bottiglie da portare ai frati, anche perché ne assaggiasse Padre Pio. Dissi: “Ma’, proprio questo vino devo portare? Ci arriva tanto vino buono in convento! Non so se i frati apprezzeranno questo vinello”. Mamma insiste: “Porta almeno una bottiglia”. Per farla contenta le dico: “Va bene”. Prendo la bottiglia del vino, vado da Padre Pio e dico: “Padre, mamma le manda questo vino perché l’assaggi”. Padre Pio: “Sì, questo sì che l’assaggio perché è della vigna nostra… della vigna nostra”».

 

(tratto da “Fra Daniele racconta…le sue esperienze con Padre Pio” di Padre Remigio Fiore cappuccino – Edizioni Frati Cappuccini 2001)

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