“Ho baciato il cuore di Padre Pio”
Fra Daniele, essendo un figlio spirituale di Padre Pio aveva, con lui, una grande confidenza: era stato lo stesso Padre a proporsi come suo Padre Spirituale e, da padre amoroso, gli stava sempre vicino; questa presenza, fra Daniele, la sentirà anche dopo la morte di Padre Pio, fino agli ultimi giorni della sua esistenza terrena. Per questa vicinanza e confidenza, fra Daniele, poteva osare chiedere delle cose insolite che, altri frati, difficilmente avrebbero chiesto. Un giorno mostrando ad un amico una foto, scattata da un confratello, dove egli bacia sul petto Padre Pio, dalla parte del cuore, gli racconta un episodio in cui Padre Pio ha voluto esaudirlo facendogli un dono meraviglioso.
IL RACCONTO
Una notte, erano più o meno le ore tre meno i dieci, Padre Pio viene a trovarmi nella stanza dove dormivo e, quasi improvvisamente, mi dice: «Beh! Chiedimi quello che vuoi, quello che più ti sta a « cuore!». Cominciavo a pensare: «Ma, che gli devo chiedere? Non mi serve niente», poi dissi: «Padre, che io possa essere sempre unito a te in tutto». E lui: «Questo già te l’ho detto: dove stai tu, starò anch’io; dove vai tu, verrò anch’io. Chiedimi qualche altra cosa». Risposi: «Padre, mi basta questo, se tu sei con me, io ho tutto».
Il Padre: «Chiedimi qualche altra cosa». Allora, come se avessi preso coraggio, gli dico: «Padre, desidero tanto baciarle il cuore». Il Padre, sporgendo un poco il petto mi dice: «E baciami». Ed io: «Ma Padre, cosi l’ho baciato centinaia e centinaia di volte, io desidero baciare proprio il cuore!». E lui: «Ho capito, sei proprio Daniele, l’uomo dei desideri».
Il Padre si sbottona l’abito e, con una mano, alza la maglia, abbassa la fascia che manteneva ferma la pezzuola, che aveva sul costato e, con due dita, a forma di forbici, scopre il cuore. Nel vedere la ferita, che aveva sul cuore, aperta e quasi lunga quanto il mio dito, non avevo più voglia di baciarlo, pensavo: «Chi ha il coraggio adesso di baciare… »; ma Padre Pio, con la mano libera, prende la mia testa e la porta sul suo cuore piagato, ed io mi misi a baciare. Baciavo con tanta ansietà ed amore che non volevo più distaccarmi. Sentivo nel mio intimo qualcosa di meraviglioso che non so descrivere; ero in uno stato di grazia…, sentivo un profumo molto intenso…, sentivo il suo cuore gorgogliare, un gorgoglio di sangue come quando, da una fontanella, scende appena, appena dell’acqua, sentivo tutto questo ed intanto continuavo a baciare. Dopo un po’ di tempo smetto di baciare, alzo lo sguardo verso di lui per dirgli: «Grazie, Padre», ma dinanzi ai miei occhi si presenta una scena bellissima: Padre Pio non era solo. Io vedevo Gesù in Padre Pio e Padre Pio in Gesù, che formavano una cosa sola. Guardo le sembianze dell’uno e dell’altro: Padre Pio più trasparente e meraviglioso; il volto di Gesù: con i capelli alla nazarena, che era una meraviglia, ed io ero rimasto incantato a guardarli. Non mi sentivo più degno, ora, di baciare quel cuore. Padre Pio, invece, prende di nuovo la mia testa e la mette sul suo cuore; ed io bacio, bacio, ma lo faccio con più ardore, con più amore, pensando che baciavo, nello stesso tempo il costato di Gesù e il costato di Padre Pio.
Piano, piano, mi distacco dal cuore del Padre, non sento più quell’ansia che sentivo prima, non sentivo più la duplice presenza, forse perché il mio cuore era ormai colmo e, guardando il Padre, vedo solo la sua persona.Padre Pio mi guarda, a sua volta, e dice: «Beh, sei contento adesso?». Ed io: «Padre, solo quel Gesù che ho visto in voi, può compensarvi di questa grande e meravigliosa grazia, che mi avete concesso questa notte».
Ogni volta che capitavano degli avvenimenti straordinari, li raccontavo a padre Agostino da San Marco in Lamis, confessore e direttore spirituale di Padre Pio; egli mi dava consigli sul modo di comportarmi. In quest’occasione mi dice: «Mi raccomando figliolo, chiedi a Padre Pio la conferma di ciò che ti è capitato, perché alle volte il nemico (il diavolo), può metterci il suo codino». Il mio pensiero era, perciò, quello di avere la conferma, da Padre Pio, per avere la certezza che tutto ciò, che avevo vissuto «quella notte», era realtà.
D’occasioni ne capitavano parecchie; il Padre, però, era sempre evasivo nel darmi una risposta. Una sera, mentre i frati erano a cena, m’intrattenni con Padre Pio, sul terrazzino vicino alla sua cella, per fargli un po’ di compagnia. In un momento di silenzio chiedo: «Padre, quello che è capitato l’altra notte era vero o era…». Il Padre m’interrompe e guardando verso il Gargano comincia a dire: «Vedi che bellezza!…Guarda quella luna come si specchia nel golfo di Manfredonia… . Sembra che siamo così vicini… Sembra uno specchio in cui ci si può veramente specchiarsi… Queste sono le opere di Dio!».
E si mise a decantare le meraviglie del Signore. Ascoltavo tutto questo, però il mio pensiero e desiderio era sempre rivolto ad avere quella conferma. Mi dicevo: «Appena smette di parlare, glielo domando di nuovo»; ma per quella sera non ci fu niente da fare. La sera successiva, trovandoci di nuovo assieme, chiedo: «Padre, vorrei la conferma dell’altra notte…». Ma anche questa volta non risponde alla mia richiesta, ma si mette a descrivere la città di Foggia, che in quella sera si vedeva benissimo illuminata.
Qualche giorno dopo, eravamo in coro per recitare il vespro, ed io, anziché concentrarmi nella preghiera, pensavo sempre a quella benedetta conferma, anche perché non volevo che fosse un inganno del demonio. Col pensiero rivolgo la solita richiesta al Padre che, piegando leggermente la testa, mi fa cenno di sì. Io, però, non ero soddisfatto, volevo una conferma più chiara, più sicura e, mentalmente ripeto la richiesta. Questa volta Padre Pio si volta verso di me, alla presenza di tutti i frati che recitavano il Vespro e, con una voce che tutti sentono, mi dice: «Oh, ora basta?!». Mentre il padre Superiore accorre da Padre Pio per domandargli cosa fosse successo, io ero pieno di gioia e ridevo, finalmente soddisfatto per la conferma ricevuta.
(tratto da “Fra Daniele racconta…le sue esperienze con Padre Pio” di Padre Remigio Fiore cappuccino – Edizioni Frati Cappuccini 2001)