DAVANTI A DIO SI STA IN GINOCCHIO

DAVANTI A DIO SI STA IN GINOCCHIO

Il credente ha tra i suoi doveri principali quello di pregare ogni giorno, con perseveranza, senza stancarsi mai. Colui che prega Iddio in quale posizione deve tenere il proprio corpo? San Tommaso d’Aquino è molto chiaro nell’osservare che dobbiamo rendere onore a Dio non solo in spirito. Siccome gli uomini sono creature corporee, i sensi esterni sono sempre coinvolti. Nella sacra liturgia è necessario «servirsi di cose materiali come di segni, mediante i quali l’anima umana venga eccitata alle azioni spirituali che la uniscono a Dio» (S.Th. IIa IIae q. 81 a. 7).
Esistono dei comportamenti che gli uomini devono tenere per portarsi rispetto reciprocamente. Per comprendere meglio facciamo degli esempi pratici: quando si saluta qualcuno dandogli la mano ci si deve alzare in piedi se siamo seduti; taluni usano togliersi il cappello quando salutano, in particolare quando salutano persone ritenute umanamente di rango, degne di rispetto; quando i componenti della corte entrano nell’aula del tribunale viene richiesto espressamente ai presenti di alzarsi in piedi; coloro che hanno fatto o fanno il servizio militare e coloro che fanno parte delle Forze di polizia quando sono in presenza dei superiori gerarchici devono tenere determinati atteggiamenti, come il saluto alla visiera, mettersi sugli attenti, non mettere mai le mani in tasca, etc.. Di cose simili potrei elencarne molte altre e, lo stesso lettore può richiamare alla mente le proprie esperienze del tipo che abbiamo elencato.
I sopracitati atteggiamenti del corpo hanno lo scopo di comunicare un messaggio agli altri, in particolare il rispetto e l’onore che è giusto tributare loro. Anche le Scritture confermano che è giusto onorare determinate persone, infatti afferma: “Rendete a tutti quel che dovete loro: il tributo a chi dovete il tributo; la gabella a chi la gabella; il timore a chi il timore; l’onore a chi l’onore.” (Romani 13 , 7)
Ora, se siamo naturalmente portati a comunicare anche con gli atteggiamenti del nostro corpo il rispetto, la stima e l’onore agli uomini, che oggi sono e domani non saranno più, tanto più dobbiamo comunicare anche col nostro corpo il rispetto e la devozione quando andiamo in preghiera alla presenza di Dio.
Quindi, qual è la posizione del corpo che il credente deve tenere quando prega Iddio, per tributarGli l’onore e il rispetto di cui è degno?
La Bibbia ci ammaestra anche in questo, infatti, i fedeli in Cristo devono essere imitatori prima di Cristo Gesù e poi anche degli apostoli e di tutti gli uomini di Dio menzionati dalle Scritture sacre, le quali ci fanno sapere qual è stata la loro posizione del corpo nella preghiera.
Leggiamo nella Parola di Dio:

“Ed egli (Gesù) si staccò da loro circa un tiro di sasso; e postosi in ginocchio pregava, ” (Luca 22,41)

“Poi, (Stefano) postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo si addormentò. ” (Atti 7, 60)
“ Ma Pietro, messi tutti fuori, si pose in ginocchio, e pregò; e voltatosi verso il corpo, disse: Tabita lèvati. Ed ella aprì gli occhi; e veduto Pietro, si mise a sedere.” (Atti 9, 40)
“Quando ebbe dette queste cose, (Paolo) si pose in ginocchio e pregò con tutti loro.” (Atti 20, 36)
“Quando però fummo al termine di quei giorni, partimmo per continuare il viaggio, accompagnati da tutti loro, con le mogli e i figliuoli , fin fuori della città; e postici in ginocchio sul lido,facemmo orazione e ci dicemmo addio;” (Atti 21,5)
“Per questa cagione, dico, io piego le ginocchia dinanzi al Padre , ” (Efesini 3,14)
Abbiamo letto che Gesù, Stefano, gli apostoli Pietro e Paolo usavano pregare in ginocchio.
Anche Elia e Daniele, servitori di Dio, pregavano in ginocchio, come nei passi seguenti riporta la Parola di Dio:

“Ed Achab risalì per mangiare e bere; ma Elia salì in vetta al Carmel; e, gettatosi a terra, si mise la faccia tra le ginocchia , ” (I Re 18,42)

“E quando Daniele seppe che il decreto era firmato, entrò in casa sua; e, tenendo le finestre della sua camera superiore aperte verso Gerusalemme, tre volte al giorno si metteva in ginocchi, pregava e rendeva grazie al suo Dio, come soleva fare per l’addietro.” (Daniele 6 , 10)
Ancora, per confermare l’importanza che ha per il Signore adorarlo mettendosi in ginocchio, per tributargli la giusta gloria di cui è degno, Iddio ha fatto annunciare al profeta Isaia (45 , 23), riportato anche dall’apostolo Paolo, che verrà il giorno in cui tutti si inginocchieranno davanti a Lui per dargli gloria; sì, proprio gloria, la stessa che dobbiamo dare a Dio ogni qualvolta Gli offriamo le nostre preghiere.
“ infatti sta scritto: Com’io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua darà gloria a Dio.” (Romani 14 , 11)

“affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra , ” (Filippesi 2,10)
Dallo studio dei passi citati vediamo come la Parola di Dio ci ammaestra anche nella posizione da tenere durante la preghiera; i profeti, Gesù e gli apostoli hanno pregato Iddio in ginocchio, quindi, anche noi, oggi, dobbiamo pregare in ginocchio, con la faccia a terra per onorare, lodare e glorificare il nostro grande Iddio, che è benedetto in eterno!
Molti credenti, al contrario di quanto scritto nella Bibbia, pregano seduti o addirittura coricati, o in piedi; così fanno e così insegnano di fare anche agli altri, giustificandosi dicendo che basta piegare le ginocchia del proprio cuore.
Proviamo a pensare al rispetto che si potrebbe portare in ambiente lavorativo al proprio direttore parlando con lui coricati sulla poltrona del suo ufficio; questi penserà certamente che siete maleducati e che gli state mancando di rispetto. Inoltre, come si fa a parlare al nostro interlocutore di cose particolarmente importanti coricati, è una cosa sconveniente che neppure le persone più irriverenti osano fare.
La posizione da seduti può andare bene per quelle persone che hanno delle menomazioni fisiche, che sono anziane o in particolari momenti come per il ringraziamento e la benedizione del cibo. Voglio intendere con questo che può essere accettabile, ma il modo più conveniente di pregare rimane sempre in ginocchio.
La preghiera da seduti non è assolutamente da praticare durante la Liturgia, nelle riunioni di preghiera, nella propria camera in solitudine; preghiere queste, che devono essere fatte per lodare e adorare Iddio che è degno di ricevere la nostra lode e la nostra adorazione con tutto il nostro cuore ma anche con la partecipazione di tutto il nostro corpo.
Rammentiamoci sempre del primo grande comandamento che dice:

“Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele: Il Signore Iddio nostro è l’unico Signore: ama dunque il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua e con tutta la forza tua” (Marco 12,29-30).

Riguardo a quanto detto sopra che cosa si deve intendere con “tutto il cuore”, con “tutta l’anima”, con “tutta la mente” e con “tutta la forza tua” se non tutto l’essere dell’uomo, compreso il corpo.
Dobbiamo annichilire il nostro corpo, non dobbiamo soddisfarne tutti gli appetiti, dobbiamo sottometterlo alla nostra volontà ed utilizzarlo come strumento di lode e gloria a Dio, piegando le ginocchia per innalzare ferventi preghiere al nostro Creatore e Salvatore.
Ci sono dei casi in cui si deve pregare e non lo si può fare in ginocchio, ad esempio quando ci si ritrova in locali dove non c’è spazio sufficiente, in tal caso è conveniente pregare in piedi.
Può accadere talvolta che si deve pregare in piedi, ciò non toglie onore al Signore, ma rimane comunque fermo il fatto che la preghiera per l’adorazione a Dio si deve fare in ginocchio; tutti gli altri casi devono essere considerati casi eccezionali, da valutare di volta in volta come è conveniente dare onore e gloria a Dio.
Il libro dei Salmi è letto e meditato dai fedeli per imparare a pregare, e proprio tale libro c’insegna, tra le altre cose, a pregare in ginocchio, infatti sta scritto:

“Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti all’Eterno che ci ha fatti!” (Salmo 95:6)
Ci rendiamo conto che quando preghiamo andiamo alla presenza di Colui che ha fatto i cieli e la terra?
Se comprendiamo ciò mi pare ben poca cosa l’inginocchiarsi davanti al Signore che ci ha fatti per adorarlo. La consapevolezza di Colui che ci sta davanti quando preghiamo è manifestazione di fede e di maturità spirituale.
Ci sono delle persone che insegnano che la preghiera a Dio deve essere spirituale, soltanto col cuore, dicono: “È sufficiente piegare le ginocchia del cuore”. Ma a costoro io domando perché certi servigi devono essere fatti anche col corpo, come ad esempio la pulizia del locale di culto? Quale disordine accadrebbe se i credenti si mettessero in testa di lodare Iddio solo col cuore e smettessero di partecipare a tutte quelle opere che richiedono la partecipazione del corpo e non solamente del cuore? Si priverebbe così la Chiesa d’importanti servigi che permettono di svolgere le riunioni di culto nella pulizia e nell’ordine. È certo deprecabile tutto questo…
Iddio, mediante i suoi servitori attraverso la sua Parola ci ha insegnato che non dobbiamo amare solo a parole, ma con i fatti e con la verità, fruttificando con abbondanza, servendo a Dio con un cuore sincero, ma offrendo anche il nostro corpo come sacrificio vivente (Romani 12 , 1) e le membra del nostro corpo come strumenti di giustizia a Dio (Romani 6,13).
È importante dare gloria a Dio osservando la sua Parola anche con il corpo e non soltanto con il cuore, infatti sta scritto:

“… questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v’asteniate dalla fornicazione, che ciascun di voi sappia possedere il proprio corpo in santità ed onore,…” (1 Tess. 4 , 3,4).
Contrariamente alla volontà di Dio, espressa in questo passo, molti credenti non possiedono il proprio corpo in santità ed onore come vuole il Signore, ma lo denudano e in estate lo portano al mare a prendere il sole; nelle quali cose c’è ben poco d’onorevole e di santo. Trattandosi di piegare le ginocchia del corpo in preghiera, invece, cercano tanti sotterfugi per non farlo. Fratelli non deve essere così!
Bisogna amare Iddio sia col cuore che con il corpo, mortificando gli atti del nostro corpo e moderando la soddisfazione dei desideri naturali che da esso provengono, perché il nostro corpo è il tempio dello Spirito santo.
Possiamo fare un altro ragionamento, sempre tratto dalle Scritture, leggendo il passo della battaglia di Israele contro gli Amaleciti; la Parola dice:

“E avvenne che, quando Mosè teneva la mano alzata, Israele vinceva; e quando la lasciava cadere, vinceva Amalek.” (Esodo 17 , 11)
La mano di Mosè raffigurava l’intensità spirituale della preghiera fatta da Mosè, quando si abbassava vinceva Amalek, quando l’intensità si alzava vinceva Israele.
Diletti fratelli, ebbene com’è la vostra mano in basso o in alto?
Io ritengo, alla luce delle Sacre Scritture, che il pregare in ginocchio è come la mano di Mosè; se si prega in ginocchio l’intensità spirituale della preghiera sarà alta, se si prega seduti l’intensità spirituale (o la partecipazione del cuore se preferiamo) sarà bassa.
È importante considerare anche l’opera che Gesù ha compiuto; Egli ha salvato l’uomo peccatore offrendo il suo corpo, non ha operato soltanto con lo Spirito, ma anche con il corpo; è stato il suo corpo ad essere stato crocifisso e trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, e per le sue lividure noi siamo stati guariti (1 Pietro 2:17).
Riguardo al pregare inginocchiati, fratelli, vi confesso che in principio le ginocchia fanno male, ma dopo, con l’uso si abituano, si rinforzano e fanno i calli, il dolore svanisce lasciando il posto alle numerose benedizioni che Dio elargisce a chi si umilia davanti a Lui.
Alcuni hanno scritto di san Giacomo, che a forza di pregare in ginocchio aveva fatto dei calli spessi e duri.
Fratelli, dicendovi queste cose voglio diventare vostro nemico?
Vi ho scritto queste cose per allontanarvi dalla grazia di Dio o per farvi abbondare in essa ? Sto forse ponendo su di voi un giogo troppo pesante da portare o un giogo dettato dalla carne? Sto forse cercando di lusingarvi per poter svuotare le vostre borse per riempire la mia? Cerco forse l’approvazione degli uomini? O cerco, piuttosto, di piacere a Dio e di dare a Lui la gloria e l’onore che gli spettano?
No, fratelli, non è un altro vangelo che io vi sto annunziando, ma è l’antico vangelo, i sentieri antichi, i quali, purtroppo, in questi tempi sono stati smarriti seguendo l’andazzo di questo mondo, l’abbondanza materiale e i piaceri della vita; di cui oggi i redenti da Cristo sono diventati amanti. “Chi impara a credere impara a inginocchiarsi. Il non inginocchiarsi appare come l’essenza stessa del diabolico” (Papa Benedetto XVI).
(fonte: Istruzione Cattolica)

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